ARS MINIMA / Panta Rei
La mano, come la luce, può subire improvvisi ondeggiamenti: la perdita di nitidezza dei soggetti ritratti non è una deformazione ma la constatazione di un accidente “fosfenico”. Una sorta di ribellione all’immobilità. Persone e cose rifuggono la stasi. La realtà moderna è tutta tratteggiata dalla continua tensione tra oggettività ed interpretazione, come nel dilemma della coesistenza tra essere e divenire alla base della nostra civiltà. Ciò che è transeunte non può essere costretto né tanto meno ridotto a fermo-immagine. Neppure nella suddivisione infinitesima dell’istante che mai potrà ridursi ad istantanea. Il moto non è più un’attività fisica ma una condizione ontologica della realtà. La curvatura dello spazio non appartiene unicamente alle teorie relativistiche ma anche alle manifestazioni dell’ars contemporanea che più di tutte ha storicamente rivendicato la presunzione di arrestare il fluire della realtà.
Mentre “tutto scorre” (panta rei).